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Lo scorso 14 ottobre si è riunito il “Tavolo Casa” di CONFAPI ANIEM, composto dai rappresentanti e dagli esperti indicati dalle Associazioni Territoriali, per affrontare le tematiche principali riguardanti l’evoluzione della materia urbanistica e le politiche abitative. Dopo un aggiornamento sui provvedimenti normativi in discussione, con particolare riferimento ai disegni di legge sul riordino della materia edilizia, si è aperto un ampio dibattito nel quale sono emerse le esperienze maturate nei diversi territori.
Sul riassetto della disciplina urbanistica, oggetto anche di un disegno di legge preannunciato dal Ministero Infrastrutture (del quale è stata esaminata una prima bozza), è emerso che, pur essendoci certamente un’esigenza di armonizzazione legislativa, strumenti e regole già sono presenti (sportello unico, regime di autocertificazioni) anche se talvolta restano inapplicati.
Una riflessione deve essere attenzionata sull’opportunità di favorire l’utilizzo di regimi semplificati e di requisiti autocertificati, considerando che già in presenza di atti autorizzativi rilasciati dalle Amministrazioni si generano criticità e contenziosi: la priorità deve essere quella di dare certezze agli operatori economici sui tempi e sull’esito delle procedure.
Sulla rigenerazione urbana e, in generale sui processi di trasformazioni edilizia, c’è l’urgenza di garantire affidabilità e certezze sull’applicazione delle regole e sulle tempistiche: dalla fase progettuale fino alla sua realizzazione emergono problematiche e incertezze che rallentano o bloccano gli interventi.
Sul complesso e ampio tema dell’housing sociale, oltre alla sostenibilità economica e alla necessità di intese con i Comuni per la messa a disposizione delle aree, è fondamentale definire procedure agevolate che abbiano tempi compatibili con le esigenze degli investitori. La criticità è presente soprattutto nelle grandi città dove il anche il ceto medio fa ormai fatica a intercettare condizioni sostenibili per acquistare un’abitazione.
In questo contesto, inoltre, è generalmente conveniente concentrarsi su prodotti nuovi, il recupero e la riqualificazione costituiscono spesso strategie non sostenibili economicamente tali da rendere preferibile la demolizione e ricostruzione. Così come il ricorso ai fondi immobiliari non può costituire una soluzione strutturale in quanto relegherebbe le imprese ad un ruolo marginale.
Anche prendendo spunto da esperienze internazionali, occorre inoltre pianificare interventi che consentano di integrare l’edilizia sociale nei contesti urbani evitando scelte che rischierebbero di generare ghettizzazione e degrado.
Sulla base di quanto emerso nel dibattito, e anche delle diverse situazioni emergenti dai vari contesti territoriali, è stata condivisa l’opportunità di valutare la possibilità di affidare a un soggetto qualificato uno studio sui reali fabbisogni di housing sociale nelle aree del Paese.
Le Associazioni Territoriali sono state sollecitate a trasmettere agli Uffici Nazionali proprie osservazioni e proposte sulle tematiche trattate in modo da consentire l’elaborazione di una posizione associativa che abbia connotazioni specifiche del sistema imprenditoriale rappresentato da CONFAPI ANIEM.