Newsletter della Dottrina del Lavoro del 21 Maggio 2025

Newsletter della Dottrina del Lavoro del 21 Maggio 2025

Queste le ultime novità in materia di Giurisprudenza del Lavoro:

Corte di Cassazione: mancata presentazione della dichiarazione dei redditi e decadenza per il credito da imposte versate all’estero

In presenza di un obbligo internazionale incondizionato, assunto dallo Stato italiano nei confronti di un altro Stato, di riconoscere ai contribuenti suoi residenti fiscali la detrazione per le imposte assolte all’estero, l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o l’omessa indicazione del reddito estero nella dichiarazione dei redditi presentata in Italia non opera come causa di decadenza dalla fruizione della detrazione d’imposta. Pertanto, il divieto di doppia imposizione, fondato su obblighi internazionali assunti dallo Stato Italiano, comporta il riconoscimento di un credito di imposta ai contribuenti, residenti fiscali in altro Stato, per le imposte già assolte all’estero e l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi o l’omessa indicazione del reddito estero nella dichiarazione dei redditi, presentata in Italia, non opera come causa di decadenza da detto beneficio fiscale (cfr. sentenze n. 28801/2024 e n. 24205/2024).

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 10642 – 21 febbraio 2025 – 23 aprile 2025; Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 9671 – 21 marzo 2025 – 13 aprile 2025

Corte di Cassazione: requisiti per la contestazione dell’omessa fatturazione 

In materia di IVA, l’Amministrazione finanziaria che, a fronte di indicazioni contabili che prevedano l’annotazione di prestazioni di servizi dapprima in un conto “fatture da emettere” e poi in un conto relativo a crediti da riscuotere, contesti l’omessa fatturazione delle operazioni, ha l’onere di provare, anche sulla base di elementi presuntivi, che il pagamento, pure per equivalente, è stato in realtà compiuto, oppure che il contribuente intende sottrarsi all’adempimento dell’obbligo di fatturazione e di assolvimento dell’imposta, anche in considerazione del tempo trascorso dall’esecuzione dell’operazione, attesi l’interesse del prestatore a ricevere il pagamento rapido del prezzo e la correlazione del diritto di detrazione all’esigibilità dell’imposta.

Corte di Cassazione – sezione V – sentenza n. 10693 – 19 marzo 2025 – 23 aprile 2025

Corte di Cassazione: le prove richieste per l’avvenuta esportazione 

In tema di IVA, e in fattispecie di cessione intracomunitaria ex articolo 41, D.L. 331/1993, convertito, con modificazioni, dalla L. 427/1993, grava sul cedente, ai sensi dell’articolo 2697, cod. civ., l’onere di dimostrare, con mezzi adeguati, tali da non lasciare dubbi, i presupposti della deroga al normale regime impositivo e, cioè, non solo la consegna della merce al vettore, ma anche l’effettività dell’esportazione in altro Stato membro e la propria buona fede, potendo, quindi, essere negata, secondo la sentenza della Corte di Giustizia del 6 settembre 2012 (C-273/11), l’esenzione al contribuente ove risulti, in base a elementi oggettivi, che egli, conoscendo o avendo dovuto conoscere che l’operazione effettuata rientrava in un’evasione posta in essere dall’acquirente, non aveva adottato misure ragionevoli per evitare di parteciparvi (cfr. sentenze n. 4045/2019, n. 26062/2015 e n. 4636/2014).

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 8732 – 28 gennaio 2025 – 2 aprile 2025

Corte di Cassazione: corretta interpretazione ai fini delle operazioni triangolari 

In tema di IVA, al fine di considerare un’operazione triangolare come cessione intracomunitaria non imponibile, l’espressione letterale “a cura” del cedente, contenuta nell’articolo 8, comma 1, lettera a), D.P.R. 633/1972, o quella corrispondente “per suo conto”, contenuta nell’articolo 15, comma 1, Direttiva 77/388/CEE (VI Direttiva), vanno interpretate in relazione allo scopo della norma, che è quello di evitare operazioni fraudolente, le quali si verificherebbero se il cessionario nazionale potesse autonomamente – e cioè al di fuori di un preventivo regolamento contrattuale con il cedente – decidere di esportare i beni in un altro “Stato membro” e, quindi, non nel senso che la spedizione o il trasporto devono avvenire in esecuzione di un contratto concluso direttamente dal cedente o in rappresentanza di quest’ultimo, ma nel senso che è essenziale che vi sia la prova (il cui onere grava sul contribuente) che l’operazione, fin dalla sua origine e nella sua rappresentazione documentale, sia stata voluta, nella comune volontà degli originari contraenti, come cessione nazionale in vista di trasporto a cessionario residente all’estero (cfr. sentenza n. 4008/2018).

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 8726 – 15 gennaio 2025 – 2 aprile 2025

Corte di Cassazione: piano di ammortamento su costi pluriennali su beni di terzi

In tema di deduzione di costi pluriennali, quelli derivanti da impianti realizzati su beni altrui risultano disciplinati, ai sensi dell’articolo 108, Tuir, sulla base del criterio sancito dall’articolo 2426, n. 5., cod. civ., e lo stesso va declinato alla luce del relativo Principio contabile nazionale, utile per l’inquadramento delle singole casistiche nelle norme di carattere generale. In particolare, la durata dell’ammortamento andrà regolata sulla base della relativa utilità futura dell’impianto, avendosi in ogni caso come limite massimo quello della residua vigenza del titolo in base al quale il contribuente dispone del bene cui l’impianto stesso accede.

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 11192 – 5 marzo 2025 – 28 aprile 2025

Corte di Cassazione: decorrenza delle modifiche al regime delle perdite fiscali 

In tema di utilizzo delle perdite pregresse, il regime di cui all’articolo 84, commi 1 e 2, Tuir, nel testo integralmente sostituito dall’articolo 23, comma 9, D.L. 98/2011, convertito con modificazioni dalla L. 111/2011, entrato in vigore il 6 luglio 2011, si applica – in virtù del disposto di cui all’articolo 23, comma 6, D.L. 98/2011 – alle perdite utilizzate a decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto stesso, anche se formatesi anteriormente.

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 10919 – 5 marzo 2025 – 25 aprile 2025

Corte di Cassazione: la differenza tra perdita e svalutazione su crediti 

In tema di redditi di impresa, il discrimine tra “perdite sui crediti” e “svalutazione dei crediti” si correla alla definitività del venir meno della posta attiva, nel senso che, alla stregua di un giudizio prognostico, si ha perdita del credito quando esso è divenuto definitivamente inesigibile, mentre si ha svalutazione quando il credito è solo temporaneamente non realizzabile (cfr. ordinanza n. 10686/2018).

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 10448 – 5 febbraio 2025 – 22 aprile 2025

Corte di Cassazione: criteri di valutazione nel transfer pricing interno

Avendo quindi riguardo al principio di libera concorrenza, sotteso indubbiamente anche al disposto dell’articolo 9, Tuir, non coinvolto dalla normativa di interpretazione di cui all’articolo 5, comma 2, D.LGS. 147/2015 (inerente al solo articolo 110, Tuir), la valutazione del valore normale – indispensabile per la verifica della rispondenza dell’operazione alle logiche concorrenziali e alla sua rispondenza o meno alla manovra sui prezzi – attiene alla “sostanza economica” dell’operazione che va posta a confronto con analoghe operazioni stipulate in condizioni di libero mercato tra soggetti “indipendenti”. In tale prospettiva va dunque valorizzata per il caso del “transfer pricing interno”, la valutazione della “antieconomicità” della condotta, che costituisce valido presupposto di accertamento analitico-induttivo ai sensi dell’articolo 39, comma 1, lettera d), D.P.R. 600/1973, in quanto basato sulla praesumptio hominis per cui chiunque svolga un’attività economica dovrebbe indirizzare le proprie condotte verso una riduzione dei costi e una massimizzazione dei profitti

Corte di Cassazione – sezione V – ordinanza n. 8582 – 16 gennaio 2025 – 1° aprile 2025

  • 21 maggio 2025
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